Questo blog nasce durante una pandemia, mentre le elezioni amministrative previste per la primavera 2021 vengono spostate nell’autunno.
A inizio febbraio ho scritto, qui, qualche considerazione su come si avverta una distanza preoccupante tra le azioni della politica e quelle che servirebbero per raggiungere gli obiettivi descritti nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite; in particolare a livello locale, che pesa almeno per il 65% degli obiettivi finali, pare spesso che abbiano la meglio i giochi di potere, le fazioni, i calcoli elettorali, a scapito dell’individuazione di persone capaci di guidare il cambiamento necessario.
Torino è stata la Capitale di tante cose, spesso iniziate qui e poi fuggite altrove; ancora sembriamo inseguire questa idea di verticalità (ecco “la città dei brevetti”, “dell’intelligenza artificiale”, “delle Olimpiadi”), che avrebbe forse un senso se tutti gli attori lavorassero sulla base di ragionamenti comuni, analisi condivise e idee chiare sulla visione di medio e lungo periodo.
L’Agenda 2030 ha acquistato un valore ancora maggiore con la pandemia, perché alcune istanze sono diventate urgenti e fondamentale il coinvolgimento dei cittadini nel perseguimento degli obiettivi; la lotta contro la povertà, il diritto a lavoro, salute ed educazione, la parità di genere sono concetti prepotentemente tornati alla ribalta, perché le differenze tra chi è sempre più ricco (pochissimi) e chi è sempre più indietro (tantissimi nelle nostre comunità) sono state esasperate dalla crisi prolungata.
Il cambiamento e l’innovazione sono slogan retorici senza priorità, programmazione e competenza; le risorse vanno gestite al meglio, si devono usare gli strumenti, anche tecnologici, che permettono di fare scelte ponderate. Questo spazio punta a mettere in fila un po’ di fatti oggettivi e di analisi competenti, con l’ambizione di contribuire utilmente al dibattito pubblico.
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